Cosa è meglio: assorbibile o non assorbibile superminimo?

Il superminimo è una componente salariale aggiuntiva prevista da molti contratti di lavoro italiani, concordata individualmente tra datore di lavoro e dipendente. Si tratta di una retribuzione extra che si somma allo stipendio base previsto dal contratto nazionale di categoria.

Ma quando si parla di superminimo, cosa significa “assorbibile” e “non assorbibile”? Vediamolo nel dettaglio.

Che cos’è il superminimo assorbibile

Il superminimo assorbibile è una quota salariale supplementare che però, al variare del minimo tabellare di riferimento, si assorbe mantenendo costante la retribuzione complessiva del lavoratore.

Facciamo un esempio:

  • Stipendio minimo contrattuale: 1000 €
  • Superminimo assorbibile concordato: 500 €
  • Retribuzione totale del dipendente: 1500 € (1000 € + 500 €)

Se il minimo contrattuale aumenta a 1100 €, il superminimo si assorbe parzialmente, riducendosi a 400 €, in modo da garantire sempre una retribuzione totale di 1500 €.

Quindi:

  • Nuovo stipendio minimo contrattuale: 1100 €
  • Superminimo assorbibile ridotto a: 400 €
  • Retribuzione totale invariata: 1500 € (1100 € + 400 €)

L’assorbimento avviene fino all’azzeramento del superminimo concordato. Questo meccanismo garantisce al datore di lavoro un tetto massimo alla retribuzione complessiva.

Che cos’è il superminimo non assorbibile

Al contrario, con il superminimo non assorbibile la quota aggiuntiva retributiva rimane costante anche se varia il minimo tabellare di riferimento.

Riprendendo l’esempio precedente:

  • Vecchio stipendio minimo contrattuale: 1000 €
  • Superminimo non assorbibile: 500 €
  • Retribuzione totale: 1500 €

Se il nuovo minimo contrattuale sale a 1100 €, il superminimo non assorbibile rimane invariato a 500 €.

Quindi:

  • Nuovo stipendio minimo contrattuale: 1100 €
  • Superminimo non assorbibile costante: 500 €
  • Nuova retribuzione totale: 1600 € (1100 € + 500 €)

Il superminimo non assorbibile, non riducendosi, garantisce al lavoratore un beneficio economico aggiuntivo ad ogni aumento contrattuale.

Quale conviene di più al lavoratore?

Per il lavoratore sicuramente è più vantaggioso il superminimo non assorbibile, in quanto gli garantisce una quota retributiva aggiuntiva costante, indipendente dagli aumenti contrattuali dello stipendio base.

Oltre al beneficio economico immediato, il superminimo non assorbibile valorizza la professionalità del dipendente, riconoscendogli un differenziale salariale legato alle sue competenze specifiche anziché alla sua mera anzianità.

Quale conviene di più al datore di lavoro?

Per il datore di lavoro può invece essere più conveniente concordare un superminimo assorbibile, poiché in questo modo ha la certezza di poter controllare il tetto massimo della retribuzione complessiva.

L’assorbibilità del superminimo gli consente anche una maggiore flessibilità nella gestione degli aumenti contrattuali, riducendo l’impatto economico sul bilancio.

Inoltre, il meccanismo di assorbimento spinge anche il dipendente a migliorare le proprie prestazioni per mantenere alto il superminimo concordato.

Considerazioni conclusive

In sintesi, la scelta tra superminimo assorbibile e non assorbibile dipende dagli obiettivi e dalle esigenze specifiche delle parti:

  • Per il lavoratore è preferibile pattuire un superminimo non assorbibile che gli garantisce benefici economici certi e crescenti.
  • Per l’azienda può essere più conveniente un superminimo assorbibile per gestire meglio il budget salariale ed incentivare la produttività.

La decisione finale dovrà dunque bilanciare al meglio queste due prospettive, a seconda delle priorità e delle disponibilità economiche. Un giusto compromesso potrebbe anche essere quello di concordare una quota assorbibile ed una non assorbibile del superminimo complessivo.